Comfort food

Per la propria “felicità alimentare” alcuni ricorrono alla pizza, altri a un hamburger succoso, altri ancora affogano le loro tristezze nel cioccolato, o nelle patatine fritte.

Una descrizione degli effetti consolatori che hanno alcuni alimenti venne offerta da Marcel Proust nel suo Alla ricerca del tempo perduto (1913-1927):

«Sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto di madeleine. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii. Un delizioso piacere m’aveva invaso e subito m’aveva reso indifferenti le vicissitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita… non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale.»

Il comfort food cambia da persona a persona e ognuno ha il suo cibo preferito per coccolare la propria anima, queste sono quelle che piacciono a noi.

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