I dolcetti di fichi appartengono alla tradizione del natale siciliano. Si tratta di un dolce con un ripieno che spazia dai sapori dei fichi a quelli degli agrumi. Caratteristico è come questo viene artisticamente intagliato in forme di fantasia e variamente decorato.
Tanti nomi una sola bontĂ .
Questi dolcetti di fichi, che si preparano in varie declinazioni in tutta l’isola, in particolare sono considerati tipici dei comuni della provincia di Trapani. A Castellammare del Golfo sono denominati come “cosi duci, cosi di ficu” (cose dolci, cose di fico). Con questo nome sono stati inseriti dal ministero delle Politiche agricole nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. La denominazione “cosi di ficu” è però piĂą tipica dei paesi dell’agro ericino, come Buseto Palizzolo, Erice, Valderice, San Vito Lo Capo e Custonaci.
Nell’area dei comuni di Marsala, Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano, si preferisce usare la denominazione “cassateddri ri ficu” (cassatelle di fichi). Tale denominazione in questa zona della provincia di Trapani è usata in particolare per distinguere questi dolci dalle “cassatelle”. Sono così chiamate in queste zone degli involucri di pasta fritta ripieni di ricotta e cioccolato. A Marsala si usa chiamare questa sorta di ravioli ripieni di ricotta anche “cappidduzzi”, cioè cappelletti, ma questa è un’altra storia che presto ti racconterò.
Nei comuni dell’hinterland palermitano, invece il nome usato per i dolcetti di fico è “cucciddati”, cioè buccellati, ma tranne i fichi secchi usati nel ripieno, poco hanno a che vedere con il noto dolce della pasticceria palermitana.
Dolcetti di fichi siciliani – una tradizione molto antica.
L’origine dei cassateddri di ficu è contadina, legata alla produzione familiare di fichi, pazientemente essiccati al sole. Il ripieno più povero e frugale di quello dei buccellati (almeno all’origine), comprende scorze di agrumi e poco altro.
Anche la frolla era assai semplice, niente uova e latte come per il buccellato, ma sola farina di grano tenero, strutto e zucchero. Una pasta semplice adatta ad essere manipolata e intagliata senza grosse difficoltĂ .
La lavorazione dei dolcetti di fico è laboriosa, richiede tempo e una grande abilità manuale. La pasta va intarsiata con una lametta affilata facendogli assumere svariate forme: palme, fiori, foglie, ecc… La decorazione dopo la cottura con la glassa è un arricchimento del dolce non contemplato nella ricetta originale antica.
Benché i dolcetti di fichi siano una produzione casalinga, a Natale li puoi trovare nei forni e nelle pasticcerie di prodotti tradizionali di tutto il territorio siciliano. La ricetta si tramanda da generazioni, e quella della pasta intagliata è una tradizione antica, dove la nostra amica Giovanna Bascio, autrice della ricetta che leggi qui, è una vera maestra.
Sapori dei tempi andati.
Ci fu un tempo quando nella settimana della Festa dell’Immacolata Concezione, tutti i componenti della famiglia partecipavano alla preparazione dei dolcetti di fichi. La maestria era non solo prepararli, ma anche intagliarli per dargli la forma più bella che si poteva.
Ecco come Giovanna Bascio ci racconta della sua esperienza di bambina con questo mondo antico.
A VOLTE BASTA UN PROFUMO DI BUCCE DI ARANCE O CANNELLA PER “PORTARMI” NEL PASSATO.
Giovanna Bascio
Avevo circa 8-9 anni quando partecipavo all’appuntamento annuale della preparazione dei dolci tipici natalizi. Un rito che durava anche due settimane o più. Tutte le vicine di casa, giovani e anziane, si prestavano ad aiutare a turno le altre vicine e si recavano a casa di una, nelle grandi cucine rustiche, dove si dividevano i compiti. Alcune impastavano, altre preparavano il ripieno e già lì si espandeva per la casa un profumo di bucce di arance tostate, cannella, zuccata fatta in casa, marmellate, mandorle tostate e vaniglia. La farina veniva setacciata e “strofinata” con strutto, zucchero, vanillina, buccia di limone e acqua, solo alla fine veniva aggiunto un pizzico di ammoniaca per dolci.
Il compito di noi “piccole donne” era quello di macerare l’impasto a piccoli pezzi. Io non aspettavo altro: ogni tanto, pensando di non essere vista, ne rubavo un pezzettino, era buonissimo! Poi si passava l’impasto alle donne del tavolo vicino che pronte e armate di lamette o coltellini affilatissimi intagliavano i biscotti dopo averli farciti col ripieno, sembravano merletti! Io cercavo di imparare da loro e non vedevo l’ora di intagliare pure io, c’era sempre qualche signora anziana che mi faceva provare con la sua mano sulla mia e mi incoraggiava “ecco così si intaglia, sempre di traverso, mi raccomando” Ero felicissima e in quel momento mi resi conto che ero portata per intagliare i dolci, in seguito anche i pani. Riccioli e foglioline, che bellezza!!! Infine li cospargevano con confettini colorati.
Ora toccava alle altre donne cuocerli nel forno a legna scaldato con rami di ulivo ma per capire quando fosse alla giusta temperatura buttavano dentro due o tre pugni di crusca, se bruciava subito voleva dire che la temperatura era ancora alta, quindi immergevano una scopa di saggina in un secchio di zinco con acqua fredda e spazzano varie volte il fondo del forno affinché la temperatura si abbassasse: “putemu nfurnari” dicevano e con delicatezza appoggiavano le teglie su una grande pala di legno e via in forno.
Dopo qualche minuto si diffondeva in casa un profumo straordinario, il forno si controllava spesso e non appena i dolci assumevano un colore dorato chiaro li sfornavano. Era il momento più gradito da tutte, finalmente si poteva gustare la prima cassatedda, la prima di una lunga serie, perché poi si continuava con altri biscotti non intagliati, quindi meno impegnativi, i pasticciotti con zuccata, mandorle e marmellata di arance, i biscotti con le mandorle, (cantucci) quelli da inzuppo e per finire anche quelli piccanti, tipici con semi di finocchietto e pepe.
Arrivava la sera e le signore si mettevano d’accordo per il giorno dopo, per spostarsi a casa dell’altra vicina. Io stanca andavo a letto che profumavo di vaniglia e bucce di arance.”
Ricetta antica e tempi moderni.
Purtroppo oggi questa tradizione viene sempre meno. Le poche massaie che ancora fanno in casa li cassateddri ri ficu le cuociono nel forno elettrico domestico senza quella meravigliosa compagnia di familiari partecipanti a quella festa ormai non piĂą replicabile.
Se vuoi riscoprire quel sapore dei tempi andati, ti consiglio di provare l’antica ricetta casalinga di Giovanna. Segui le sue indicazioni e i suoi suggerimenti a partire dall’impiego della farina di grani antichi siciliani.
Dolcetti di fichi siciliani – cassateddri ri ficu
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Commenta! Pin Ricetta Guarda il Video Stampa ricettaI dati sono forniti al solo scopo informativo e non sostituiscono la consultazione di un medico o di un professionista qualificato. In particolare: il dato delle calorie non è da ritenersi un consiglio alimentare o nutrizionale, i valori indicati sono puramente indicativi; si prega di consultare le etichette degli alimenti per informazioni su allergeni e intolleranze.
Ingredienti
Per la frolla
- 1 kg farina Maiorca integrale da grano tenero biologico - Molini del Ponte
- 350 gr strutto - o burro bavarese
- 350 gr zucchero bianco semolato
- 200 ml acqua fredda
- 5 gr ammoniaca per dolci - oppure mezza bustina di lievito per dolci
- 2 bustine vanillina
Per il ripieno
- 500 gr fichi secchi
- 250 gr mandorle - decorticate e leggermente tostate
- 2 mandarini biologici - solo la scorza
- 2 arance biologiche - solo la scorza
- 1 cucchiaino stecca di cannella cassia - in polvere
- 70 gr cioccolato fondente al 50%
- 2 cucchiai miele di zagara
Strumenti e Utensili
Istruzioni
- Il giorno prima della preparazione dei dolcetti è consigliato preparare il ripieno, tenendo conto che più lungamente riposa meglio è! Se i fichi secchi sono troppo duri, mettili in ammollo in acqua tiepida, strizzali, e passali nel mixer per frullarli per bene (io uso un vecchio tritacarne).Aggiungi al passato di fichi la scorza degli agrumi grattugiata, le mandorle tostate e tritate grossolanamente (non ridurli in polvere) e tutti gli altri ingredienti. Mescola per bene e il ripieno è pronto!Lascia riposare in frigorifero per almeno 24 ore.
- Il giorno che devi fare i dolcetti prepara come prima cosa la frolla.Metti la farina in planetaria, insieme al burro a pezzetti, la vanillina e lo zucchero e fai andare a velocitĂ media per 5 minuti, poi aggiungi l'acqua e l'ammoniaca (o il lievito per dolci). Lascia che si amalgamino per bene gli ingredienti. Forma una palla bella liscia, avvolgila nella pellicola e lasciala riposare in frigo per almeno 20 minuti.A riposo terminato della pasta prendi dei pezzetti di impasto grossi quanto un piccolo mandarino (30 grammi circa) e con l'aiuto del mattarello ricavane delle sfogline spesse un paio di millimetri. Metti al centro di ogni sfoglina una piccola noce di ripieno.
- Chiudi dando all’insieme la forma di un ovale allungato, quindi comincia ad intagliare la pasta con una lametta.
- Per l'intaglio segui la tua fantasia per ricavarne foglie e palmette di varia foggia. Infine decora con confettini colorati misti.
- Adagia i dolcetti su una teglia ricoperta di carta da forno e tienili per 15 minuti circa in forno statico preriscaldato a 180°C. Il tempo di cottura dipende dal forno. Tieni conto che devono venire chiari, dorati ma non scuri!
Grazie, è davvero bello, mi sono ritrovata bambina tra quei meravigliosi profumi e sapori
è un onore averti con noi